Sembrerebbe che il “creatore” di questa raccolta sia stato Gino Petropoli, ma i più identificano nel celebre pittore Quinto Cenni il vero ideatore, con il suo disegno di un episodio della Battaglia di S. Martino che raffigura i soldati del 78° Rgt. Fanteria.
Comunque, sulla scia di questi iniziatori, tutti i Corpi, i Reggimenti, gli Istituti e le Scuole militari, cominciarono a far stampare le “loro” cartoline.
Afferma l’Artesi che: <<… le cartoline edite dai vari, corpi destinate allo scambio di corrispondenza tra colleghi d’arme, si diffusero anche tra i non militari raggiungendo, per alcuni esemplari, livelli artistici che attestarono la produzione italiana a pari livello di quella estera”>>.
La pubblicazione delle cartoline fu affidata a diverse case produttrici quali lo Stabilimento Doyen di Torino, Marzi di Roma, Alfieri e Lacroix di Milano.
La raccolta divenne, in poco tempo, numerosa e già nel 1905 si contavano 8000 pezzi!
Su queste cartoline, vennero ricordati: anniversari, cinquantenari, centenari, concessioni di medaglie, episodi di valore singoli e collettivi, episodi di combattenti e di caduti, i fondatori del Corpo, pagine di altruismo durante avvenimenti luttuosi come terremoti, alluvioni, epidemie ecc…
Presto nacquero anche dei cataloghi per inquadrare meglio questo tipo di collezione: uno dei primi comparve a Verona nel 1904 a cura di Hone Stiegel che catalogava 2500 cartoline; poi ne fu pubblicato un altro a Napoli a cura di Alberto Ciaramella.
Negli stessi anni, Ulisse Topi iniziò una bella pubblicazione illustrata che però fu sospesa e rimase incompleta.
A Torino, nel 1904, il Barelli e a Roma il Garroni, pubblicarono dei cataloghi illustrati (oggi vere rarità) con i prezzi correnti delle cartoline reggimentali.
Il migliore, per completezza, rimane il catalogo sulle cartoline dell’Arma dei Carabinieri edito nel 1941 da Arturo Falleri di Sesto Fiorentino.
Prima della Grande Guerra (1914-1918), le cartoline riproducevano, per lo più, episodi delle Campagne di Indipendenza, ed alcune rammentavano le prime imprese in Africa.
In occasione della Guerra di Libia si pubblicarono altre cartoline, poi, con la Guerra Mondiale, vi fu una fioritura di cartoline emesse anche dai reggimenti di recente formazione. Occorre sottolineare che queste cartoline hanno un valore “storico”, in quanto sono testimonianza di molti reparti creati proprio per la necessità della guerra.
Le vecchie collezioni, dopo il 1920, acquistarono maggior interesse perché, con la progressiva smobilitazione dell’Esercito succeduta alla pace, molti reggimenti (specie quelli di Cavalleria) vennero soppressi e le loro cartoline rimasero attestazione delle memorie passate.
Con l’avvento del Fascismo e durante i lunghi anni del Regime, vi fu una grande produzione di cartoline militari e di propaganda.
Fra i produttori, gli editori Boeri di Roma e Duval di Milano, i quali si avvalsero di una nutrita schiera di illustratori: dal famosissimo Boccasile a Dudovich, da Ferraro a Pisani ecc…
Vi fu, in questi anni, il risorgere delle cartoline reggimentali che si richiamarono a reparti speciali, come le unità delle Truppe Coloniali e le Camicie Nere.
Anche con la Guerra di Spagna, alla quale parteciparono reparti di volontari e CC.NN., e la successiva Campagna d’Etiopia, vi fu una diffusione di nuove cartoline reggimentali legate a questi eventi.
Con l’inizio della 2ª G.M., si assiste nuovamente alla proliferazione di reparti e, di conseguenza, ad una maggior crescita di diversi tipi di cartoline
reggimentali.
Dal termine del Secondo Conflitto mondiale ad oggi, le nuove cartoline edite dai vari reparti dell’Esercito Italiano sono numerose e, come dice Renato Artesi, il massimo collezionista italiano del settore, svolgono <<…una continuità di tradizione, unendo alla funzione di ricordare le tradizioni militari del passato, la celebrazione del nuovo ardimento e della nuova avventura…>>.