I cannoni di Osimo (An) di Massimo Ossidi
Nell’atrio del Comune di Osimo vi sono due originali cannoncini risorgimentali, il "Mulazzo" e il "Malgrate", appartenuti al duca di Parma Carlo III di Borbone.
Sono obici da montagna da 12 cm. fabbricati nel 1851 dal tenente Francesco Panzera, con il grado onorifico di capitano di prima classe, che officiava nella "Fonderia de' cannoni di Napoli".
Nel 1862, Osimo li ottenne in cambio della grande bombarda quattrocentesca, la famosa e rara "Misbaba", richiesta dal Museo dell'Artiglieria di Torino.
Nell'atrio, è possibile vedere la copia della suddetta bombarda.
Tra storia e leggenda
Il “Misbaba” è un pezzo di artiglieria quattrocentesca, cioè una Bombarda o petriera (lanciava pietre) che fu chiamato anche “Cannò de figo” dagli anconetani, per sfregio contro gli osimani. Come sopra scritto, è custodito dal 1862 nel Museo Nazionale di artiglieria di Torino ed è caratteristico per la sua epoca.
È di ferro colato, composto di 2 parti: la prima è di forma cilindrica, del diametro di 30-35 cm, della lunghezza di 85 cm ed è la camera di scoppio; la seconda è un secchio cilindrico del diametro di 60 cm: deve contenere il proiettile e comunica con la prima parte per mezzo di un foro largo 30-35 cm. Pesa complessivamente 1190 kg, con un proiettile di 203 kg.
Questo arnese ha due possibili provenienze: la prima è che rimase ad Osimo per la cacciata dei Malatesta e sistemato nel palazzo dei Priori; la seconda è che esso fu donato agli osimani dal capitano Piccinino dopo aver cacciato gli Sforza.
Nel 1445 ci fu una rivendicazione del “Misbaba” da parte dei perugini che diede vita ad una lunga discussione perché essi lo avevano prestato al capitano per la guerra.