Le Immaginette Religiose a Soggetto Militare
Testo e immagini per gentile concessione
di Gennaro Angiolino e Gian Carlo Torcelli
Preferiamo usare il termine più esatto di <<immaginetta›> (anche se comunemente viene utilizzata la parola <<santino››) poiché in molte illustrazioni non figura l’immagine di un santo ma compaiono santuari, scene e figure simboliche. Aggiungiamo anche l’aggettivo <<religioso›> anziché <<sacro›>, poiché il soggetto è in ogni caso religioso e non sacro nel senso più stretto del termine. Secondo la leggenda, la mitica «invenzione» delle immaginette si deve a San Bernardino da Siena tra il 1300 e il 1400. Essa scaturì dal consiglio dato dal santo ai fabbricanti di carte da gioco per ovviare al diminuito consumo di queste ultime provocato dalle stesse prediche di San Bernardino.
Da allora il percorso compiuto da queste immaginette è stato lungo e ricco di inventiva ed idee. Risultano affascinanti le immagini impreziosite dal <<pizzo su carta›› ritagliato a mano su carta sottile oppure ottenuto asportando con un ago-bisturi parti di fogli perforati meccanicamente oppure ancora prodotta a macchina con disegni talvolta incredibilmente preziosi. Queste immaginette hanno avuto il loro momento di massima diffusione tra il 1850 ed il 1910, periodo durante il quale i lavori a mano erano prevalentemente eseguiti, con certosina pazienza, dalle suore di conventi e <<beghinaggi›>. Dal punto di vista della grafica, particolarmente raffinate sono le immaginette con pizzo elaborato e con disegno finemente inciso, talvolta colorato a mano. Gli antichi greci e romani iniziavano ogni evento bellico con un sacrificio propiziatorio agli dèi ed avevano anche una specifica divinità: Marte, dio della guerra. L’imperatore Costantino adottò sul suo vessillo la croce. Nel Medioevo vi furono «guerre sante››, come le Crociate, ed il Carroccio intorno al quale si stringevano i combattenti, rincuorati da un sacerdote. San Giovanni da Capestrano, il frate abruzzese nato il 24 giugno 1386, dispiegò una straordinaria opera di vivificazione religiosa, indirizzata verso il mondo militare, che provocò effetti determinanti in occasione dello scontro decisivo di Belgrado (21 luglio 1456). In quell’occasione Giovanni aveva perorato una Crociata per bloccare l’espansione turca verso occidente, chiamando a raccolta la Nazione ungherese e volontari cristiani, soprattutto croati. L'esito, a favore dei Cristiani, della battaglia, durante la quale lo stesso monaco francescano guidò l’ala sinistra dello schieramento, fu interpretato come miracoloso intervento divino per intercessione di Giovanni da Capestrano.
Nel 1984, con un «Breve apostolico›>, Papa Giovanni Paolo II ha proclamato San Giovanni da Capestrano patrono universale dei cappellani militari. In tutti gli eserciti la figura del cappellano assume fisionomia precisa: in pace ed in guerra garantisce serenità spirituale ai militari in armi lontani dalle proprie famiglie e dalla loro vita abituale. La messa domenicale, la Pasqua, il Natale, la festa del Patrono del Corpo sono gli appuntamenti fissi annuali sui quali principalmente si articola l’attività del cappellano che, per ricordo di questi eventi, lascia ai militari un'immaginetta.
In guerra, poi, un <<santino›› non manca mai nel portafoglio della maggior parte dei combattenti. Dopo anni di guerra, di ospedale, di prigionia, quell'immagine, anche se malconcia, continuerà ad essere conservata come amuleto, per fede genuina, per credenza religiosa o anche per scaramanzia e superstizione, divenendo parte integrante di una persona che ha rischiato, che ha sofferto, che ha «sentito›› un qualcosa.
Con l'invenzione della stampa, la richiesta di immagini sacre, di gran lunga più a basso costo rispetto ai dipinti dei santi patroni, fu talmente elevata che gli stampatori pensarono di stampare immagini sempre più ridotte, sino ad arrivare alle dimensioni delle <<immaginette».
Quando queste raggiunsero misure tali da poter essere contenute in un volume, divennero automaticamente il tipico segnalibro dei libretti di preghiere, consentendo anche di completare questi ultimi con altre preghiere devozionali e relative figure. Le immaginette religiose si diffusero enormemente nel mondo cattolico, soprattutto nel secolo scorso: sono espressione del gusto del tempo, dell'arte popolare più genuina e documento di costume e di pietà.
In questo ambito si inseriscono le immaginette religiose a soggetto militare che possono riguardare:
- le Forze Armate in pace ed in guerra;
- i Patroni delle Forze Armate, dei Corpi, delle singole Armi e Specialità;
- i Santi e Beati che hanno fatto parte di eserciti;
- speciali preghiere per militari;
- preghiere per la pace in periodo di guerra;
- i ricordini di militari morti in guerra;
- i ricordini di comunioni pasquali o di altre feste e ricorrenze religiose;
- santuari, sacrari, cimiteri di guerra o avvenimenti bellici.
La vastità della materia e della produzione di immaginette religiose a soggetto militare ci induce ad affrontare in questa sede soltanto l'aspetto delle immaginette che si riferiscono, genericamente, alle Forze Armate ed a periodi bellici.
La produzione al riguardo, e non solo in Italia, ma anche in Francia e Stati Uniti, è concentrata soprattutto nel periodo intorno alle due guerre mondiali.
Per quanto riguarda quelle italiane, l’esordio si è avuto durante la guerra italo-turca nel 1911.
Durante la prima guerra mondiale, ad immaginette generiche, dietro le quali erano stampate preghiere specifiche per i Soldati, si sono subito affiancate immaginette edite appositamente per i militari.
Queste ultime non sono, in genere, di grande effetto dato che, per motivi di economia di guerra, si dovettero usare carta scadente e modesti ed economici procedimenti di stampa.
Si ha, innanzi tutto, un doppio foglio, un poco più grande delle normali immaginette che, proclamando il santo martire romano Espedito patrono dei militari, ne riporta la vita, la preghiera e le litanie.
Una serie monocolore di discreta fattura fu stampata a Milano, sin dal 1916, in formato medio, da una casa specializzata in produzione di immaginette.
Seguì un'altra serie della «Santa Lega Eucaristica» di Milano, in nero con rifiniture dorate che nel complesso appariva lugubre e deprimente: lo sfondo era costituito da gruppi di morti e moribondi.
Sempre a Milano fu prodotta un’altra serie che, pur conservando il centro in nero, lo delimitava con una cornicetta dorata e recava in basso il tricolore per unire il concetto di Fede a quello di Patria.
L’Ordinariato Militare, guidato da Mons. Aldo Bartolomasi, distribuì tutto questo materiale ed altro ancora. Operarono in questo conflitto 2070 cappellani (93 morirono durante azioni di guerra) che, per l’assistenza religiosa e fatti eroici, meritarono complessivamente 546 decorazioni al valore, tra cui 3 medaglie d'oro. Dopo il primo conflitto mondiale le <<immaginette militari» furono quasi esclusivamente prodotte a cura di un «Comitato di assistenza spirituale e materiale dei nostri Soldati» che diede la preferenza alla produzione di cartoline, mentre le immaginette riguardavano soprattutto i Sacrari e la Campana di Rovereto. La guerra in Africa Orientale vide mobilitati 30 cappellani e, per l'occasione, venne curato un opuscolo formato <<santino›› di 14 pagine che riepilogava le varie preghiere, come avvicinarsi ai Sacramenti e terminava con una preghiera per il Re.
La propaganda del Regime affiora nel concetto della liberazione degli schiavi, ma senza annettervi troppa importanza. Si tratta della produzione a colori della ditta Canedi di Milano. In Spagna i cappellani impiegati furono 35 . La propaganda antireligiosa dei Rossi si evidenziava più sui manifesti e cartoline che sulle immaginette. Queste erano genericamente dedicate alle tre Forze Armate. La seconda guerra mondiale vide una produzione abbastanza vasta: furono interessati anche noti disegnatori, tra i quali va ricordato Mezzana, e furono prodotte immaginette di vario tipo. Una serie monocolore in marrone, con lo stesso sfondo riferito alle Forze Armate, fu prodotta a Milano: variavano soltanto la figura in alto (Madonna, San Giuseppe, San Francesco, Santa Rita da Cascia) e la corrispondente preghiera invocazionale sul retro. La <<Parini e Vanoni» di Milano stampò anche una serie di immaginette a tabernacolo (con antine apribili) che potevano facilmente essere collocate, durante la sosta e la notte, sopra lo zaino o al fianco della branda. illustrate a colori, recavano la figura sacra al centro e richiami alle Forze Armate ai lati. Nella Pasqua del 1942 vi fu la consacrazione dei soldati italiani al Sacro Cuore di Gesù e diverse immaginette ricordano l'avvenimento. La distribuzione fu effettuata da 2600 cappellani operanti su tutti i fronti e tramite i centri di assistenza per feriti nelle retrovie. Come è già avvenuto per gli <<ex-voto›> (altro caratteristico segno della pietà popolare), le immaginette religiose del passato stanno ottenendo una loro rivincita nell'attenzione e nell'interesse degli studiosi e nella curiosità del grande pubblico in occasione di mostre. Esse vengono conservate, come moltissimi altri oggetti da collezione, ma tale forma di collezionismo non è ancora molto sviluppata, anzi è limitata a poche persone appassionate di folklore. Tutti noi possiamo anche osservare con occhi disincantati certe riproduzioni di gusto popolare o naif e che sanno troppo di sdolcinata ingenuità, ma non potremo esimerci dal passare inevitabilmente dalla curiosità all’ammirazione per questi aspetti minori ed umili della devozione popolare ed a scoprire in essi il segno della fede, del voto, del proposito. Anche una semplice immaginetta può, infatti, raccontare una storia, suscitare ricordi di momenti significativi della vicenda spirituale di un popolo e di un’epoca. Per gli adulti può essere come riaprire l’album delle foto di famiglia.