Il Comitato Promotore Porto Nuovo 1811 è stato chiuso nel 2014 ed  inglobato come da statuto nell'Accademia di Oplologia e Militaria

 

Nel maggio 2015 ci ha lasciato il nostro presidente Franco Sestilli con cui abbiamo condiviso impegno e soddisfazioni nella nostra attività di appassionati di storia; lo ricordiamo come

SOCIO FONDATORE della

ACCADEMIA DI OPLOLOGIA E MILITARIA

ma anche come promotore del

Comitato PORTO NUOVO 1811,

la manifestazione da lui tenacemente voluta e per la quale ha profuso tanta energia.

1811: l’11 marzo parte da Ancona una sfortunata spedizione della flotta franco-italiana contro Lissa, tenuta dalle forze britanniche.

 

Il 2 maggio dello stesso anno, la Royal Navy attacca Porto Nuovo. L’incursione è respinta dal presidio militare che riporta diversi feriti, ma evita la preda del naviglio locale. L’episodio è narrato dalle cronache dello storico Antonio Leoni nella sua “Ancona illustrata” del 1832.

 

Per mantenere il controllo marittimo dell’Adriatico, avvengono numerose scorrerie soprattutto da parte dell’Inghilterra, che dispone di una potente flotta composta di comandanti capaci e marinai addestrati, veterani di molte battaglie sul mare, ma si creano una certa fama anche i nostri corsari anconetani al servizio di Napoleone, che con astuzia e coraggio fanno molto bottino nemico.

 

La tutela delle coste è invece affidata alle numerose batterie dipendenti dal Comando di Ancona, capoluogo dell’allora Dipartimento del Metauro, ed importante porto del Regno Italico, da sempre alleato della Francia.

 

Due di queste batterie, munite di pezzi d’artiglieria pesante, sono collocate in posizione strategica a difesa della Baia del Calcagno: la prima, dove poi sorgerà il famoso Fortino, oggi restaurato; la seconda, di cui restano pochi avanzi su un terreno franoso, sul costone dominante lo scoglio naturale del Trave. Queste postazioni consentono ai nostri cannonieri guarda coste di effettuare il tiro incrociato nello specchio di mare antistante contro l’aggressore.

 

Ma lo scopo di queste difese era anche quello, non meno rilevante, d’impedire l’approdo alle ciurme nemiche che necessitavano approvvigionarsi d’acqua dolce alla vicina fonte che, dalle falde del Cònero, sgorga presso la baia.

 

Per questa sua importante e rara risorsa naturale, la Fonte era riportata sulle carte nautiche del tempo e la rendeva nota e ambita ai naviganti.

 

Questi sono i temi della ricerca che è stata proposta attraverso una ricostruzione resa possibile dalla  interpretazione dei nostri rievocatori e dal sostegno locale.

 

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